Feto-diagnosi. Mamma e papà
dal “Sole 24ore” inserto Salute&Benessere. ottobre 2010
“L’ osservazione quotidiana, per chi come me si interessa con forte applicazione ed esperienza alla diagnostica ecografica – illustra il dottor Alfonso Esposito – evidenzia come questo esame continui ad essere uno di quelli più operatore dipendente. È dunque indispensabile un training accurato per indirizzare modalità di studio e capacità di diagnosi, tenendo conto delle caratteristiche operative di ognuno mai trascurando la logica della riflessione”.
“Allerto sempre i giovani colleghi – aggiunge – verso quella specie di delirio di onnipotenza che ho visto sovente attanagliare la mente facendo percepire l’ecografo come una macchina senza limiti, a sfavore di un solido e faticoso impegno di traduzione e di interpretazione. Se la prima ipotesi si realizzasse sarebbe straordinaria. Magari! Allo stato attuale, serve la traduzione di un interprete che dovrà fare attenzione a non modulare con la caratterialità propria le informazioni opportune. L’equivoco di fondo che, affrontato, trasformerebbe la diagnostica è proprio questo: la coscienza che nel tradurre immagini non si detti scienza ma orientamento interpretativo da avvalorare in una col- laborazione con pediatri competenti come da anni è nostra abitudine”.
“Dobbiamo diventare – spiega ancora – più chiari e, insieme ai pazienti che in realtà per nove mesi sono i genitori in attesa, eliminare tutte quelle lunghe note informative dettate dai fulmini della medicina legale, che sembrano esportate da un “mifid” bancario”.
“Sentiamo parlare di ecografia genetica, senza che si comprenda il vero signifi cato di questi screening. Morfologica nell’attesa che non venga infranto un sogno da una diagnosi infausta. E poi ancora ecografia flussimetrica, biometrica, ecocardiografia fetale quasi a separare momenti a sé stanti di un processo di crescita e a confondere il vero significato di uno studio che può essere solo dinamico. Non funziona così, il feto nella sua progressione intrauterina è la proiezione preliminare del neonato e noi con l’utilizzo dell’ecografia abbiamo la possibilità di osservare tante fasi della sua scalata alla vita, come in un’opera d’arte mese per mese. Abbiamo il compito di informare il genitore che ci chiede il visto di uscita alla vita del suo bambino di compiere tutti i passi che egli compie in quella direzione ed essergli accanto laddove la scalata diventi impervia”.